Aprile :Icona di Santa Caterina da Siena
Santa
Caterina da Siena
Vergine e dottore della Chiesa, patrona
d'Italia
29 aprile
Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380
Ventiquattresima figlia di Jacopo Benincasa,
tintore e Lapa di Puccio de’ Piacenti, ebbe una sorella gemella, morta neonata . A sette anni fece voto di verginità . Il suo
primo biografo, il beato Raimondo da Capua (1330-1399), confessore di santa
Caterina ,poi superiore generale dell’ordine domenicano, narra come la mistica
senese abbia intrapreso, fin da bambina, la via della perfezione cristiana:
riducendo cibo e sonno; abolendo la carne; si nutriva di erbe crude, di qualche
frutto; utilizzava il cilicio...Proprio ai Domenicani la giovanissima
Caterina, si rivolse per rispondere alla
vocazione ,ma fu necessario combattere contro le forti reticenze dei genitori .Aveva
12 anni, eppure reagì con forza: si
tagliò i capelli, si coprì il capo con un velo e si serrò in casa. Risolutivo fu poi ciò che un giorno
il padre vide: sorprese una colomba aleggiare sulla figlia in preghiera. Nel
1363 vestì l’abito delle «mantellate» (dal mantello nero sull'abito bianco dei
Domenicani); una scelta anomala quella del terz’ordine laicale, al quale
aderivano soprattutto donne mature o vedove, che continuavano a vivere nel
mondo, ma con l’emissione dei voti di obbedienza, povertà e castità. Caterina
si avvicinò alle letture sacre pur essendo analfabeta: ricevette dal Signore il
dono di saper leggere e imparò anche a scrivere, ma usò comunque e spesso il
metodo della dettatura. Al termine del Carnevale del 1367 si compirono le
mistiche nozze: da Gesù riceve un anello adorno di rubini. Fra Cristo, il bene
amato sopra ogni altro bene, e Caterina viene a stabilirsi un rapporto di
intimità e di intensa comunione, fino
allo scambio fisico di cuore. Cristo ormai vive in lei (Gal 2,20). Fu intensa l’attività caritatevole a vantaggio
dei poveri, degli ammalati, dei carcerati e intanto soffre per il
mondo, che è in balia della disgregazione e del peccato . Le lettere, che la
mistica osa scrivere al Papa in nome di Dio, sono vere e proprie colate di lava
, dove gli appelli alle autorità, sia
religiose che civili, sono fermi e intransigenti, ma intrisi di materno sentire.
Una «famiglia spirituale» vive intorno a questa madre che pungola,
sostiene, invita, con forza e senza posa, alla Causa di Cristo, facendo anche
pressioni, come pacificatrice . Lotte con il demonio, levitazioni, estasi,
bilocazioni, colloqui con Cristo, il desiderio di fusione in Lui e la prima
morte di puro amore, quando l’amore ebbe la forza della morte e la sua anima fu
liberata dalla carne… per un breve spazio di tempo.I temi sui quali Caterina
pone attenzione sono: la pacificazione dell’Italia, la necessità della
crociata, il ritorno della sede pontificia a Roma e la riforma della Chiesa.
Passato il periodo della peste a Siena, nel quale non sottrae la sua attenta
assistenza, il 1° aprile del 1375, nella chiesa di Santa Cristina, riceve le
stimmate incruente; cerca di dissuadere i capi delle città di Pisa e Lucca
dall’aderire alla Lega antipapale .
L’anno seguente partì per Avignone, dove giunse il 18 giugno per incontrare
Gregorio XI (1330–1378), il quale, persuaso dall’intrepida Caterina, rientrò
nella città di san Pietro il 17 gennaio 1377. Amando Gesù («O Pazzo d’amore!»),
che descrive come un ponte lanciato tra Cielo e terra, Caterina amava i sacerdoti perché
dispensatori, attraverso i Sacramenti e la Parola, della forza salvifica.
L’anima di colei che iniziava le sue cocenti e vivificanti lettere con «Io Catarina, serva e schiava de' servi di
Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo», raggiunge la
beatitudine il 29 aprile 1380, a 33 anni, gli stessi di Cristo, nel quale si
era persa per ritrovare l’autentica essenza.
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